::INGREDIENTI
NUMERO DICIANNOVE::
numero
pesantemente condizionato dall'insostenibile canicola estiva questo
diciannovesimo del tritacarne, sia a livello di contenuti che nella
gestazione vera e propria che abbiamo trascinato fin oltre il
consentito convinti che il periodo decisamente balneare mal si
sarebbe conciliato con le nostre amenità. ragion per cui alcuni dei
contenuti inizialmente previsti per questo numero sono slittati [non
senza colpo ferire] al prossimo nell'ottica di realizzare uscite
tematicamente più omogenee. in ogni caso crediamo che anche questo
possa essere considerato densamente pregno di contenuti. la partenza
[copertina compresa dedicata alla frontwoman AYBIKE CELIK OZBEY] vede
subito protagonisti gli amici turchi dei REPTILIANS FROM ANDROMEDA
che da una sempre inquieta costantinopoli si raccontano sullo sfondo
di un paese che non pare trovare pace. non a caso la quarta di
copertina riprende un nostro vecchio collage dedicato ai ragazzi di
piazza taksim ai tempi della rivolta di gezi park di quattro anni fa.
a seguire saltiamo a casa dei THE GREAT SAUNITES nella bassa padana
per fare quattro chiacchiere con una delle realtà più interessanti
e mature degli ultimi anni in italia, in attesa dell'ultimo tassello
da allegare alla loro strepitosa trilogia. torna l'amica SONIA
GIOMARELLI con la sua seconda parte dello speciale dedicato al glam,
qui scandagliato relativamente al periodo d'oro del rock targato
seventies [da david bowie e marc bolan fino ai queen passando per
tutto quello che ha segnato un'epoca irripetibile] e anticipa il vero
pezzo forte diquesto numero diciannove, vale a dire il racconto
inedito donatoci da ILARIA PALOMBA "il segreto del mare",
una gemma incredibilmente preziosa che non avremmo mai pensato di
poter chedere alla biondissima ilaria e che ci ha invece offerto di
sua iniziativa [impossibile quindi non amarla ogni giorno di più...].
cinque pagine sulla "paura di amare, del futuro e
dell'abbandono" dove trovano spazio tematiche significative come
"la fine del concetto di futuro, l'amore come impossibilità, la
catastrofe della passione e i pregiudizi del mondo borghese". in
coda al racconto tornano le nostre impressioni sui libri che più ci
sono entrati dentro, in particolare questa volta puntiamo il focus su
"la morte della bellezza" di GIUSEPPE PATRONI GRIFFI,
"queer" di WILLIAM S. BURROUGHS e "ragazzi che amano
altri ragazzi" di PIERGIORGIO PATERLINI. non aggiungiamo altro
lasciandovi al piacere della [ri]scoperta di questi volumi. e visto
che ci si trova[va] in ambito letterario ovvia la liason con
l'approfondimento seguente, vale a dire lo speciale sul controverso
"crash" di JAMES G. BALLARD riadatto [con successo] in
seconda battuta da quell'altro genio che risponde al nome di DAVID
CRONENBERG. se avete letto o visto il film sapete perfettamente di
cosa stiamo parlando, altrimenti questa è l'occasione per entrare
nel perverso mondo dell'erotismo postmoderno di "crash".
prima di arrivare allo spazio delle recensioni che come sempre chiude
ogni numero del tritacarne ci sentiamo costretti a fermarci a
ragionare sulle sollecitazioni che il buon KENJI MORI ci offre con il
suo "breve storia di una logica naive" raccontandoci di
POLY STIRENE e dei suoi troppo frettolosamente [ed ingiustamente]
dimenticati X-RAY SPEX. come detto, a chiudere abbiamo lo spazio
rituale di CI STANNO UCCIDENDO AL SUONO DELLA NOSTRA MUSICA, tritati
per voi [insieme a COSIMO ZOS MUNGHERI e KENJI MORI] i dischi di
VISCERA///, SQUADRA OMEGA, MALATESTA, HIBAGON, NUDIST, HARAM, LLEROY,
BLACK HAMADA, DEAD WITCHES, EREMO, IBREATHYOUDIE, SEDNA, PAOLO
SPACCAMONTI & PAUL BEAUCHAMP, e il mini speciale dedicato a L'E'
TUTT FOLKLOR RECORDS del buon ATTILA di cui prendiamo in rassegna
INSOMNIA ISTERICA/GROSSEL, MULOMUTO/MADEMOISELLE BISTURI, TERROR
FIRMER/SU19B e L'URLO DI CHEN. questo è quanto abbiamo voluto potuto
dovuto tritare come diciannovesimo numero, il resto sarà sul
prossimo o forse non sarà mai, non ci piacciono i dogmatismi e le
imposizioni per cui continueremo a modellare e decostruire ogni volta
le nostre uscire fino a che non saremo soddisfatti del risultato
ottenuto. noi non abbiamo certezze se non quella di non averne
alcuna. odiateci per quello che siamo e non per quello che vorreste
rappresentassimo.