::ingredienti numero diciassette::

per il numero che chiude questo nefasto duemilasedici [sia chiaro che non e' per noi visto come nefasto dato il numero di decessi "autorevoli" in campo musicale, questa e' una lettura personale che vi lasciamo molto volentieri, ma che al tempo stesso giudichiamo superficiale e frettolosa, al limite di tutti quelli che hanno tirato le cuoia negli ultimi dodici mesi l'unico che veramente ci manchera' e' solo e soltanto il duca bianco, degli altri ne abbiamo fatto a meno sempre e continueremo a farlo anche dopo averli seppelliti six feet under, per noi resta nefasto per il fatto di essere stati costretti a viverlo per intero a contatto con l'apatia di coloro che siamo stati costretti a frequentare] abbiamo scelto di annoiarvi con una manciata di interviste piu' affini al lato musicale rispetto al numero precedente. per cui spazio alle parole scambiate con i Kirlian [cui abbiamo anche dedicato la copertina] Electric Kuru, Luminance Ratio, e Vespertina. dato che di nefandezza abbiamo parlato non poteva mancare la voce di una donna [Nadia Nunzi, intervistata anche lei insieme al suo libro "ti amo anima mia"] che dopo una serie di violenze ha deciso di ribellarsi e rinascere grazie anche alle pagine che ha scritto. in ambito letterario non poteva mancare la recensione del libro collettivo "il mestiere piu' antico del mondo?" cui hanno partecipato alcuni amici del Tritacarne, dai piu' recenti Romano De Marco e Sara Bilotti fino alla veterana delle nostre pagine Ilaria Palomba, la biondissima musa che ci allieta da anni coi suoi pensieri maledetti. un ampio approfondimento abbiamo deciso di dedicarlo a "costretti a sanguinare (un racconto urlato sul punk)" di Marco Philopat, volume essenziale per ripercorrere e provare a capire sempre di piu' di quegli anni in cui il movimento punk era la punta di diamante di tutto quello che veniva convogliato nel calderone della visione "alternativa". a seguire la seconda parte di quella che doveva essere una tetralogia sul rock progressive italiano anni settanta e che invece, salvo miracoli dell'ultima ora, restera' uno speciale in due sole parti. chiude l'argomento John Martin che dalle pagine [infinite e dettagliatissime] del suo blog sul prog rock italico ci racconta la sua visione sugli anni d'oro del movimento non solo musicale ma anche sociopolitico. come detto avrebbe dovuto essere una tetralogia ma gli altri due interlocutori non hanno aderito alla nostra proposta, chi perche' pensava che dieci domande cui dover rispondere fossero troppe, chi perche' ritiene di non dover piu' dire niente su un momento storico che lo ha visto protagonista prendendone le distanze. tornando alle nefandezze dell'anno in conclusione [piu' che mai identificabili con il degrado sociale che vediamo dilagare sempre di piu'] abbiamo raccolto il meglio del peggio che le vostre orecchie possono sopportare nella consueta rubrica "ci stanno uccidendo al suono della nostra musica". spazio quindi [grazie alla preziosissima e rinnovata collaborazione con Gorren Emri] a Atom Made Earth, Indivia, Katastah, Mojuba e Zayk. ed ancora The Great Saunites, Kirlian, Zeit, Gli Altri, Krank, Dreariness, Delyria, DSW, Marmo, Midnight Jazz sampler, The Agnes Cirlce, Hidden Place, Zoloft Evra, Pavor Nocturnus, Azuki. da parte nostra abbiamo aggiunto un paio di approfondimenti per due dischi ["Kykeon" di Enomisossab e "Il giorno dei campanelli" dei Canaan] che non potevano essere sintetizzati nella consueta rubrica, necessitando di uno spazio apposito in cui esaminarli a fondo. alcune delle solite rubriche sono state messe da parte e non lo troverete in questo numero, restano congelate in attesa di capire come sara' il nuovo Tritacarne cartaceo e come farle rendere al meglio.